Cosa ricorderemo di questo 2022 cinematografico? Sicuramente il centenario Pasolini con i tanti momenti cittadini, le pubblicazioni, i suo film restaurati, la mostra nel sottopasso di Piazza Re Enzo, che ce lo hanno restituito nella dimensione del cineasta pittore, e il documentario firmato da Fiore Angelini con la sceneggiatura di Andrea Speranzoni che, in maniera precisa, quasi ossessiva, ci riporta alla notte tra l’1 e il 2 novembre del 1975, quando fu compiuto un omicidio premeditato e politico che ebbe la copertura di parti importanti dello stato. È il film che apre il nostro ultimo programma del 2022 di cui provo a raccontarvi i momenti salienti.
Inizio dal nostro film del mese, la versione restaurata del più classico dei classici, Cantando sotto la pioggia, meraviglioso capolavoro di Gene Kelly e Stanley Donen, di cui festeggiamo i settant’anni, che porta con bella leggerezza, tanta è la qualità delle canzoni, delle interpretazioni, dei balletti, delle coreografie, del ritmo, del racconto, dei colori… Un film eterno che il passare del tempo rende ancora più prezioso. Ci dà l’occasione di un omaggio al musical, con classici degli anni Cinquanta, Settanta, Ottanta, e due film (La La Land e West Side Story) che, più recentemente, hanno dimostrato la vitalità di un genere fortemente radicato nella cultura angloamericana.
L’omaggio a Buster Keaton è il punto di arrivo di un progetto di restauro decennale, che ha coinvolto decine di cineteche e che ha consentito il restauro dei trentadue film, corti, medi e lunghi, che costituiscono l’apogeo della sua arte muta. Ne presentiamo otto a cui aggiungiamo l’ultimo film realizzato da Peter Bogdanovich, The Great Buster, luminoso documentario che disvela le ragioni dell’unicità di Keaton, adorato dai grandi surrealisti, frequentemente citato da Wes Anderson. Le sue gag, di precisione matematica, sono il frutto di una cultura acrobatica che non ha pari in tutta la storia del cinema. Per realizzarle oggi sarebbe necessario ricorrere a complessi effetti speciali.
Keaton, assieme a una sfida continua delle regole della fisica, mette in scena la fatica del vivere in un mondo nel quale le macchine e le regole stanno soffocando la natura dell’essere umano.
Poi tre matinée dedicate a Roger Deakins. Il maestro del Devon, cui è dedicata Byways, la mostra fotografica con accesso gratuito che ospitiamo nel sottopasso, ha scelto per la rassegna a lui dedicata non solo grandi successi dalle immagini iconiche che lo hanno reso uno dei più consacrati direttori della fotografia in attività, ma anche opere che non hanno avuto il successo che avrebbero meritato: il film tibetano di Scorsese, Kundun, la prima collaborazione con Sam Mendes, Jarhead, sull’assurdità della guerra del Golfo, e uno dei migliori western degli ultimi decenni, L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford di Andrew Dominik.
L’omaggio a Luca Guadagnino. Mentre scriviamo sta per uscire nelle sale italiane Bones and All, ed è facile prevedere il successo di un film che conferma le grandi qualità di questo autore, cinéphile, allievo di Bernardo Bertolucci, in dialogo da sempre con una musa assoluta, Tilda Swinton, riconosciuto prima ad Hollywood che in Italia, primo a intuire e valorizzare le doti del giovane Chalamet, con una filmografia già densa di sorprese, tra cui segnalo Inconscio italiano, coraggioso documentario che racconta senza sconti la barbara avventura coloniale italiana in Africa.
Natale è il momento in cui si misura lo stato di salute delle sale. Quest’anno, per la prima volta dal 2020, sono in uscita molti film importanti. Noi offriamo al nostro pubblico, rigorosamente in versione originale, tre opere esemplari di altrettante idee di cinema: Avatar, il kolossal che dovrebbe restituire il sorriso agli esercenti di tutto il mondo; The Fabelmans, capolavoro di Steven Spielberg, che ci racconta la sua infanzia, la sua giovinezza, la sua famiglia, le ragioni del suo amore per il cinema – come solo i più grandi artisti sanno fare, raccontando intimamente sé stesso, parla all’anima di ognuno di noi; Fairytale, il nuovo film di Aleksandr Sokurov, nel quale il maestro russo rimette in scena la storia, da Hitler a Mussolini, da Churchill a Gesù, per parlare magistralmente del presente. Molte le ragioni per andare a dicembre al Lumière. Buone visioni e buon 2023!
Gian Luca Farinelli