Cinema è musica
Ecco l’ultimo programma della stagione, in attesa del prossimo Cinema Ritrovato. È densissimo, incastonato di film da scoprire o rivedere. Iniziamo accompagnati dalle colonne sonore di Ryuichi Sakamoto, artista tra i più grandi della musica per il cinema. Un’arte che spesso i musicisti considerano minore, perché il loro talento è al servizio di un’opera collettiva che non è solo la loro. Ma i temi di molte colonne sonore sono tra le musiche che più accompagnano la nostra vita, e la colonna sonora segna un film in maniera indelebile. Bastano pochi accordi delle composizioni di Rota, Morricone, Herrmann per riconoscere la loro firma, per entrare nel loro mondo. Musiche personali, che tuttavia si mettono immediatamente al servizio delle immagini, amplificandole, rendendole indimenticabili. Ciò che capita con le invenzioni di Sakamoto, autore di un patrimonio musicale vitale, in un dialogo irripetibile tra oriente e occidente, tra classicità melodica e sperimentazione elettronica. Sarà bello rivedere e riascoltare i film che ha musicato; mancherà la sua ultima composizione, quella per Kaibutsu di Kore’eda che sarà presentato al prossimo festival di Cannes, edizione che si preannuncia leggendaria, con il ritorno di molti maestri, da Kaurismäki a Loach, da Scorsese a Wenders, da Almodóvar a Bellocchio.
Onde nuove
Il nostro film del mese è Margheritine, opera seconda di Věra Chytilová, protagoniste due ragazze, una mora e una bionda, con lo stesso nome, Maria, la stessa carica devastatrice e lo stesso obiettivo: la ricerca del divertimento e del piacere. Realizzato nel 1966 in Cecoslovacchia è un film profetico, irriverente, libero, anarchico, straripante, un inno alla ribellione. Subito bandito dal potere sovietico, costò alla sua regista un lungo stop. Perché presentare oggi nelle sale italiane un film sconosciuto di un paese che non esiste più? Perché è un capolavoro mai riconosciuto, restaurato recentemente dall’archivio ceco, esplosivo, lisergico, tra il bianco e nero e un colore usato come mai prima, e nemmeno dopo. Un’opera unica che, a quasi sessant’anni dalla sua realizzazione, ha mantenuto intatte le sue caratteristiche di rivolta, sperimentazione, invenzione e divertimento. Ci è sembrato logico accompagnarlo con una selezione di opere che, dalla Francia all’Ungheria, alla Jugoslavia, alla Germania, al Regno Unito, sconvolsero il cinema e l’immaginario europeo degli anni Sessanta, interpretando quel bisogno di cambiamento sociale, politico, personale, creativo che esploderà con il Sessantotto.
Come nostra tradizione, lo sguardo al passato convive con l’esplorazione del cinema del presente, questo mese con anteprime, film d’esordio, riprese di film appena usciti nelle sale. E un ampio
omaggio a Rodrigo Sorogoyen, quarantenne regista madrileno, tra gli autori europei di maggior talento, con la rara capacità di indagare tra le pieghe della realtà del suo paese, cogliendo inquietudini, ombre che sono anche quelle di tutti noi europei. Storie che ci riguardano, urgenti, civili, politiche, che Sorogoyen dirige con lo sguardo di chi sa usare i generi, trasformandoli in un linguaggio personale e nuovo.
La conclusione della nostra stagione 2022-2023 annuncia quella 2023-2024, con un omaggio al Maestro dei Maestri, Martin Scorsese, che presenterà a Cannes il suo nuovo film, Killers of the Flower Moon, nelle sale italiane a ottobre. Per prepararci alle quasi quattro ore della sua ultima fatica, abbiamo chiesto a Scorsese di scegliere, per ogni suo film, un altro cui si è particolarmente ispirato. Sarà un labirinto di citazioni, una carta bianca atipica, con combinazioni inattese e ad alto tasso cinefilo. Lo iniziamo a giugno, proseguirà per tutto l’autunno e probabilmente anche il prossimo anno. Non potevamo sperare in un accompagnatore migliore di Scorsese nei meandri infiniti del passato e del presente dell’arte che più amiamo.
Buone visioni.
Gian Luca Farinelli