Giuseppe Tornatore rende omaggio all'amico e collaboratore Ennio Morricone, ripercorrendo la vita e le opere del leggendario compositore. Lo aiutano le interviste a rinomati registi e musicisti, le registrazioni di alcuni acclamato tour mondiali del maestro, le clip tratte da alcuni iconici film musicati da Morricone e i filmati esclusivi delle scene e dei luoghi che hanno definito la sua vita.
- David di Donatello 2022 come miglior documentario;
- David di Donatello 2022 a Massimo Quaglia e Annalisa Schillaci per il miglior montaggio; a Gilberto Martinelli, Fabio Venturi, Francesco Vallocchia e Gianni Pallotto per il miglior suono;
- Nastro d’Argento 2022 per il miglior documentario sul cinema.
“Il lavoro di Giuseppe Tornatore, si offre non solo alla stregua di un omaggio doveroso e commosso ma, soprattutto, come il corretto tentativo, completamente riuscito, di contestualizzare l’opera morriconiana nella storia delle vicissitudini industriali, artistiche e creative del suo cinema inquadrandola nel contesto più ampio della storia italiana. […]
Nulla di quanto ci si poteva legittimamente aspettare da Ennio, può rendere ragione della commozione profonda che il film suscita. […] Tornatore riesce mirabilmente a rendere il ritratto di un uomo in grado di lavorare a più progetti contemporaneamente, a immergersi totalmente nella scrittura e nella realizzazione, riducendo al massimo il tempo dedicato al riposo senza perdere lucidità e creatività. E progressivamente che il film procede nel racconto, si osserva come Morricone, in fondo, inevitabilmente fuggisse il conforto del successo e la tentazione della ripetizione. Innamorato della musica, tormentato da una spinta feroce a migliorarsi sempre, studioso instancabile, è riuscito nell’impresa di diventare, probabilmente suo malgrado, un punto ineludibile dell’immaginario cinematografico di tutti i tempi; senz’altro il compositore più amato e riconoscibile di sempre nonostante, e questo è un altro merito del film di Tornatore che lo evidenzia con grande chiarezza, sia anche il più sperimentale, avanzato e complesso. […]
Giuseppe Tornatore con Ennio racconta un uomo, un artista, un romano, un musicista, un compositore quasi irraccontabile nella sua impensabile vastità. E lo ha fatto con il pudore di chi pur avendo avuto un accesso privilegiato, ha scelto il registro del piano e a volte persino del pianissimo, come quando a notte fonda o alle prime luci dell’alba ci si confida con un amico o un amante. Ennio è probabilmente uno dei più acuti ritratti documentari mai realizzati. Dobbiamo essere grati a Tornatore per essere riuscito a far emergere l’uomo Morricone, nella sua complessità, dal magnifico alone mitologico che lo avvolge e che continuerà ad avvolgerlo. Così, quando alla fine scorrono calde e incontenibili le lacrime, non possono non tornare alla memoria i versi di Sergio Leone che chiedevano «ma ’ste musiche belle, ’sti magnifichi soni, ma quando li componi?». Uno stupore, grato, che Giuseppe Tornatore conserva e ci restituisce intatto nel suo incanto misterioso.”
Giona Antonio Nazzaro, “Il Manifesto”
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