La fiera delle illusioni

(Nightmare Alley, USA/1947) di Edmund Goulding (110')

Regia: Edmund Goulding. Soggetto: dal romanzo omonimo di William Lindsay Gresham. Sceneggiatura: Jules Furthman. Fotografia: Lee Garmes. Montaggio: Barbara McLean. Scenografia: Lyle Wheeler, J. Russell Spencer. Musica: Cyril J. Mockridge. Interpreti: Tyrone Power (Stan Carlisle), Joan Blondell (Zeena), Coleen Gray (Molly), Helen Walker (Lilith Ritter), Taylor Holmes (Ezra Grindle), Mike Mazurki (Bruno). Produzione: George Jessel per 20th Century-Fox Film Corp. Durata: 111’

Copia proveniente da The Walt Disney Studios per concessione di Park Circus. Restaurato in 4K nel 2020 da The Walt Disney Studios presso i laboratori Cineric, Audio Mechanics e Endpoint Audio Labs


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La fiera delle illusioni

(Nightmare Alley, USA/1947) di Edmund Goulding (110')

È George Jessel, il celebre attore di music-hall diventato produttore, a far acquistare alla Fox i diritti dello strano romanzo di William Lindsay Gresham nel quale ciascun capitolo prende il titolo da uno dei ventidue arcani maggiori dei tarocchi. Ed è Tyrone Power che, desideroso di rinnovare la propria immagine, insiste per interpretare il ruolo principale […]. Power esige come regista Goulding, che l’anno prima l’ha diretto in un ruolo originale in Il filo del rasoio, tratto da Somerset Maugham. Grande regista di attrici (Garbo, Bette Davis), Goulding era egli stesso uno stravagante e un marginale. […] Aveva una segreta predilezione per i personaggi bizzarri, che l’evoluzione discontinua e spesso accademica della sua carriera gli impedì di sviluppare a fondo. Ma poté dare il meglio di sé in questo La fiera delle illusioni, che presenta un insolito ‘cattivo’: si tratta innanzitutto di un individuo affascinato dalla caduta, dal degrado, soprattutto il suo, che considera inevitabile. Power eccelle in questo ruolo, come d’altronde nei tanti altri in cui aveva già dimostrato la straordinaria varietà dei suoi talenti, e soprattutto la tendenza all’ambiguità. […] La regia mobile, inquietante e glaciale di Goulding esplora i bassifondi dell’industria dello spettacolo americana. Fa del personaggio di Power un volto nella folla (molte le inquadrature in cui lo si vede aggirarsi tra la gente come una volpe in agguato) e poi lo trasforma in un uomo al di sopra della folla, perché in questo individuo complesso c’è anche un pericoloso senso di superiorità e di strapotere che aveva d’altronde chiaramente riconosciuto in sé stesso.


Jacques Lourcelles


Precede:

LET ME COME IN

(USA/2021) di Bill Morrison (12')

Regia: Bill Morrison. Parole e musica: David Lang. Musica: Angel Blue, Bryan Wagorn, David Creswell, Anja Wood, Miles Salerni. Produzione audio: Marlan Berry. Produzione: Bill Morrison. Durata: 11’. Copia proveniente da Hypnotic Pictures per concessione di LA Opera


Nel 2012 il responsabile dell’archivio nitrati dell’Audio Visual Conservation Center della Library of Congress, con sede nel Packard Campus di Culpeper, Virginia, mi ha reso nota la presenza di questo film. Era una bobina di Pawns of Passion (1928), un muto tedesco noto come Liebeshölle (“Inferno d’amore”). […] L’intreccio ruota attorno a una ballerina russa che dopo essere stata separata dal figlioletto nel 1917 si getta nella Senna e viene tratta in salvo da un artista. [...] È una riflessione sull’amore e sulla linea di confine che separa due anime, apparentemente dal baratro della coscienza. Il film ha seguito un destino simile. Lasciato a marcire in un fienile e poi scansionato e archiviato per altri otto anni sul mio hard disk, è rinato a nuova vita grazie al testo e alla musica di David Lang e alla voce di Angel Blue. Ciò che sopravvive sono poche immagini salvate dallo Stige, tra questa terra e gli Inferi.


Bill Morrison