No Time To Die

(USA-GB/2021) di Cary Joji Fukunaga (163')
No Time To Die

(USA-GB/2021) di Cary Joji Fukunaga (163')

Con: Léa Seydoux, Daniel Craig, Ana de Armas, Rami Malek, Ralph Fiennes e Christoph Waltz

James Bond ha lasciato i servizi segreti e si gode una vita tranquilla in Giamaica. La sua pace, però, dura poco: ben presto, al suo cospetto si palesa il vecchio amico Felix Leiter, agente della Cia, chiedendo aiuto. La missione tesa a salvare uno scienziato rapito si rivelerà molto più insidiosa del previsto e porterà Bond sulle tracce di un misterioso criminale armato di una nuova pericolosa tecnologia.





  • Premio Oscar 2022 a Billie Eilish e Finneas O'Connell per la miglior canzone con No Time To Die;

  • Premio Golden Globe 2022 a Billie Eilish e Finneas O'Connell per la miglior canzone con No Time To Die;

  • Premio BAFTA 2022 a Tom Cross e Elliot Graham per il miglior montaggio.




“Passato, presente e futuro: è sul continuo crinale di un impervio meccanismo psicologico ed emotivo che No Time to Die cerca di fondare la sua ragion d’essere, offrendo da un lato l’esplosività di una spettacolarizzazione a tratti estenuante e oltremodo inverosimile (attingendo un po’ qua e un po’ là dai vari Mission: Impossible ed epigoni vari), cinema fracassone e bulimico che ricorda più da vicino il discutibile Beasts of no Nation rispetto al gioiello seriale True Detective, dall’altro il tentativo di uno scavo psicologico capace di portare in superficie – mai come stavolta – le fragilità umane di un personaggio storicamente inscalfibile chiamato invece a fare i conti con i demoni di trascorsi irrisolti e di tradimenti che ancora ne condizionano l’esistenza.

È qui, in fondo, che si gioca l’avvicinamento all’annunciato commiato dell’attore-personaggio Bond-Craig: un addio che narrativamente segna in maniera drammatica e sorprendente una saga nella saga (il micro-universo rappresentato dai cinque film interpretati dall’attore, sorta di franchise a parte con temi e personaggi intrecciati e ricorrenti, dove Casino Royale e Skyfall hanno rappresentato il punto più alto forse di sempre), attraverso una scelta narrativa mai adottata fino a oggi nei precedenti 24 film.”


Valerio Sammarco, “La Rivista del Cinematografo”


“Cary Fukunaga – primo regista americano a dirigere un capitolo della saga – apre crepe nel mito di James Bond. Mette in discussione i suoi tratti fondativi. Mette accanto al Bond di Daniel Craig un altro agente con licenze di uccidere. Meglio: un’altra agente. Donna e black. Anche lei con la sigla 007. […]

Bond muta. Bond cambia. Diviene meno cinico e più romantico. Si lascia alle spalle il vanto del celibato. Diventa vulnerabile. E soprattutto fa i conti con quella che da almeno cinque film (da quando è interpretato da Craig) è la sua ossessione: il passato. […]

Il tempo è il vero protagonista del film: lo è nel titolo, lo è nelle struggenti note di We Have All the Time in the World di Louis Armstrong sui titoli di coda, lo è nella clessidra che appare nei titoli di testa e lo è nella battuta che Bond dice all’inizio a Madeleine: «Abbiamo tutto il tempo del mondo!».”


Gianni Canova, “We Love Cinema”