Opera seconda di Bertolucci che coniuga passione e ideologia: l’amore impossibile del ventenne Fabrizio per la giovane zia, le sue convinzioni politiche e i suoi ripensamenti, in un ritratto impietoso della borghesia incapace di cambiare. “È considerato un pochino il manifesto del cinema giovane. Avevamo anche tutto quello che è il tormento e l’estasi del cinema d’autore, dell’autorialità. […] C’è un’insoddisfazione, un’amarezza che è quella che troveremo poi nei movimenti del Sessantotto” (Bernardo Bertolucci).