“Se una famiglia borghese ricevesse la visita di un giovane dio, che sia Dioniso o Jehovah, cosa succederebbe?”. Questa l’ipotesi di Pasolini, su cui fonda e da cui procede a dimostrare per assurdo il suo ‘teorema’. Morale: “qualunche cosa un borghese faccia, sbaglia”. “Tutto, in questo film, traspira poesia. Se lo si rivede ora, a tanti anni di distanza, Teorema dà il senso di una strana lontananza, di un distacco, che non è per obsolescenza, o perdita di tempestività, ma per cristallizzazione, decantazione, e oserei dire, entrando nella ‘mania’ più profonda e felice di questo film, trasformazione in elemento paradisiaco, sidereo” (Andrea Zanzotto).