Thelma & Louise

(USA/1991) di Ridley Scott (131')

Regia: Ridley Scott. Soggetto e sceneggiatura: Callie Khouri. Fotografia: Adrian Biddle. Montaggio: Thom Noble. Scenografia: Anne Ahrens. Musica: Hans Zimmer. Interpreti: Susan Sarandon (Louise), Geena Davis (Thelma), Harvey Keitel (Hal), Michael Madsen (Jimmy), Christopher McDonald (Darryl), Stephen Tobolowsky (Max), Brad Pitt (J. D.). Produzione: Ridley Scott e Mimi Polk per Pathe Entertainment. Durata: 128’

Copia proveniente da Park Circus


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Serata sostenuta da SELENELLA

Thelma & Louise

(USA/1991) di Ridley Scott (131')

Quando trent’anni fa abbiamo girato Thelma & Louise non avevamo idea che quel tipo di impatto culturale sarebbe durato per anni. All’epoca era rivoluzionario avere in un film due donne che non fossero nemiche, e noi ci divertivamo sullo schermo. Credo che sia stata una delle svolte più grandi.


Susan Sarandon


Da un po’ di tempo gli angeli del focolare, tradizionalmente costretti a maturare e a macerare le loro crisi tra le pareti domestiche, hanno cominciato a invadere il territorio senza tetto né legge – della strada, del viaggio, della fuga senza fine – altrettanto tradizionalmente riservato agli uomini. Insomma, Penelope s’è desta, insegue Ulisse sul suo stesso campo e sfoga fuori casa le proprie irrequietezze.

Come Peter Fonda e Dennis Hopper in Easy Rider, come Barry Newman in Punto zero, come Mark Frechette in Zabriskie Point, come i ragazzi di Sugarland Express, dunque, anche Thelma e Louise, la ragazza un po’ scema e la donna intelligente, la mogliettina troppo quieta e la cameriera di ristorante arrivata al punto di rottura, la provinciale del profondo Sud e la sradicata che di esperienza ne ha avuta anche troppa, si mettono in strada per una piccola evasione dalla noia quotidiana – un week-end a pescare insieme –; e finiscono in fuga, dopo uno stupro e due pallottole nella pancia dello stupratore, attraverso il deserto dell’Arkansas e dintorni.

Ridley Scott, da bravo inglese espatriato, continua a guardare all’America con divertita stupefazione e, dopo una serie di film tanto affascinanti dal punto di vista strettamente cinematografico quanto deludenti nel complesso, firma un film-manifesto che è un trionfo dello spettacolo ma che coglie anche un’inquietudine diffusa e attualissima.

Scritto da una donna, Callie Khouri, che sa raccontare bene l’amicizia e la complicità di due solitarie, la dinamica delle provocazioni e delle ribellioni, Thelma & Louise è raccontato con un ritmo vertiginoso, incalzante, velocissimo, in un remake pantografato di tutte le grandi fughe nel deserto di cui è costellato il sogno del cinema, e si traduce in un gigantesco e sfolgorante spot pubblicitario sulla curiosità, il malessere, la crudeltà, la violenza in agguato dietro ogni minima trasgressione femminile. Scott ci martella con la musica, strizza gli occhi a tutti (quel ciclista resta in mezzo al deserto non potrebbe essere uscito da un film di Lynch?) e resta personalissimo nel gigantismo di un bombardamento di immagini che sarebbe virtuosistico se non avesse un nucleo profondamente doloroso. […] Sotto la sua andatura mozzafiato, lo spettacolo e il grande carnevale che fa esplodere nel deserto, Thelma & Louise è un manifesto di libertà al femminile con un’anima anarchica: meglio tre giorni da leonesse e un salto nel vuoto che sessant’anni da pecore al servizio dei mariti e dei clienti.


Irene Bignardi