Una famiglia vincente

(King Richard, USA/2022) di Reinaldo Marcus Green (144')
Una famiglia vincente

(King Richard, USA/2022) di Reinaldo Marcus Green (144')

Armato di una visione chiara e di un piano sfrontato di 78 pagine, il determinato padre e allenatore Richard Williams ispira le sue due figlie, Venus e Serena, a diventare campionesse di tennis, per riuscire ad andarsene da Compton, il malfamato quartiere di Los Angeles ad alto tasso di criminalità in cui vivono.



  • Premio Oscar 2022 a Will Smith come miglior attore protagonista;

  • Premio Golden Globe 2022 a Will Smith come miglior attore in un film drammatico;

  • Premio BAFTA 2022 a Will Smith come miglior attore protagonista.


“Richard Williams è l’uomo che ha “costruito” le due leggende del tennis moderno, le figlie Venus e Serena (la prima vincitrice di 7 Slam, con cinque trionfi a Wimbledon, la seconda di 23 Slam, record assoluto nell’era Open), decidendo già da prima che nascessero (la molla nel 1978, con il premio di 40mila dollari assegnato alla rumena Virginia Ruzici per la vittoria del Roland Garros) quale sarebbe stato il loro destino.

Will Smith – anche produttore – veste i panni di questa figura sui generis, tenuta da tennis h24 (indosserà i jeans in una singola sequenza, più un’altra dove monta la divisa da metronotte), rompiscatole a livelli disarmanti, che per il primo terzo del film invade la quotidianità dei migliori coach californiani per convincerli ad allenare – pro bono – le proprie figlie.

Storia vera traslata dallo script di Zach Baylin, il film diretto da Reinaldo Marcus Green si concentra sul momento chiave della formazione delle due sorelle tenniste, i primi cinque anni dei ’90, che videro il passaggio dal court comunale di Compton alla scelta del primo allenatore in Paul Cohen (Tony Goldwyn), i primi tornei juniores di Venus, il trasferimento in Florida per seguire il programma di Rick Macci (Jon Bernthal), e la possibilità per Venus di diventare o meno una professionista, fino al primo torneo da pro, nel ’94, ad Oakland, battuta al secondo turno dall’allora prima tennista del mondo, la spagnola Arantxa Sánchez Vicario.

Edificante per statuto (entrambe le sorelle figurano come produttrici esecutive), agiografico ma attento a non esserlo in maniera troppo spudorata, King Richard – il titolo originale mette più facilmente in chiaro quale sia l’oggetto principe della narrazione – è un biopic godibile nella sua lineare semplicità, storia di riscatto allo stato puro (più volte viene ribadito dell’infanzia in Louisiana del padre, vittima di episodi di violenza razziale), esaltazione di quel sogno americano che attraverso l’affermazione (duplice) in uno sport tradizionalmente “bianco” diventa storia ispiratrice, “modello” da seguire. […] 

Il pullmino della Volskwagen per spostarsi anche con le altre tre figliastre (avute dalla moglie Oracene – interpretata da Aunjanue Ellis – nel precedente matrimonio), i carrelli del supermercato pieni di palline da tennis, una manciata di figli precedenti sparsi chissà dove, Richard Williams – o meglio, il Richard Williams che restituisce sullo schermo Will Smith, è un uomo che già il documentario del 2012 (Venus and Serena, diretto da Maiken Baird e Michelle Major) aveva provato ad inquadrare.”


Valerio Sammarco, “La Rivista del Cinematografo”