Si è conclusa, nella giornata di domenica 22 novembre 2020, la 26° edizione del festival Visioni Italiane.

In una cerimonia online sono stati annunciati i vincitori del Festival degli esordi, dedicato ai corti e ai mediometraggi di fiction e ai documentari.

 

È un bolognese il vincitore della 26ª edizione di Visioni Italiane: Andrea Martignoni, autore a quattro mani con la moglie Maria Steinmetz, del film d’animazione Memorie di Alba, aggiudicatosi il Premio Pelliconi per il Miglior Film.

Si tratti di un esordio in qualità di autore per Andrea Martignoni, laureato al Dams di Bologna e già esperto compositore di colonne sonore per lavori d’animazione, a cui si dedica da vent’anni: “Dietro a un film d’animazione di pochi minuti c’è un lavoro di tre anni. Sono contento che Memorie di Alba sia riuscito a comunicare il sentimento così forte che lo ha fatto nascere. Dedico questo film a mia madre e ai suoi racconti di questa storia d’amore”. La giuria composta da Stefano Cipani (regista), Michele D’Attanasio (direttore della fotografia), Davide Morosinotto (scrittore), Fulvio Risuleo (regista) e Valia Santella (sceneggiatrice) ha assegnato il Premio Pelliconi per il Miglior film a Memorie di Alba perché “ha saputo immergere lo spettatore in un viaggio nel tempo autentico, reale, con grande originalità e umiltà. Il film è armonioso, non si vergogna di ciò che è: semplice e pieno d’amore. La tecnica mista rotoscope e immagini di repertorio crea un’atmosfera sospesa nel tempo e nella malinconia. La voce di Alba ci riconsegna un’autenticità commovente così come la scelta delle immagini, il ritmo e l’uso del sound design. È disarmante quanto si percepisca l’urgenza dell’autore di raccontare una storia così semplice. L’amore e il tempo, temi del film, sono raccontati dai dettagli. Un film unico, mai banale”.

A Simone Bozzelli, con il suo Amateur, va invece il premio per la Miglior regia, di 3mila euro, offerto dal Consorzio Shopville Gran Reno e intitolato alla memoria di Giovanni Bergonzoni: “Premio per la regia a un giovane autore che ha dimostrato nei due lavori presentati al festival (Amateur e J’ador) di saper gestire molto bene il linguaggio cinematografico, creando suspence e tensione anche attraverso piccoli racconti quotidiani di relazioni umane. Amateur è un’opera che costringe lo spettatore a confrontarsi con i propri pregiudizi, ribaltando completamente ogni forma di pensiero precostituito. Evita accuratamente i prevedibili colpi di scena e ci narra un mondo e un’età, l’adolescenza, in modo efficace e originale. La scelta degli interpreti, il modo in cui sono diretti, insieme alla consapevolezza con cui Simone Bozzelli sceglie di inquadrarli, sono l’ulteriore conferma di un talento di cui sicuramente continueremo a sentir parlare”.

La giuria composta da Beniamino Barrese (regista), Gloria Aura Bortolini (regista e giornalista), Giovanni Egidio (giornalista), Simone Isola (produttore), Nicola Mazzanti (storico del cinema) ha invece decretato il Miglior documentario (premio di 2mila euro): Life Is But a Dream di Margherita Pescetti, “per aver raccontato la tragedia dell’eterno conflitto israelo-palestinese, affidandosi a un colono ebreo ortodosso preso a testimonianza dell’irragionevolezza che attraversa quella terra. E lasciando lo spettatore disorientato davanti alle scelte e alle fragilità del protagonista, senza dare punti di riferimento pregiudiziali nel documentare un pezzo della storia di una delle zone più arroventate del mondo, scritta tra fango, lamiere e preghiere. Un film dai riflessi multipli e perfino inediti, scelti e mostrati senza alcuna enfasi ma solo al servizio dell’efficacia narrativa”.